Napoli, squarci che seducono

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Squarci di paradiso, panorami da cartolina. “Vedi Napoli e poi muori”, recita il vecchio detto, spesso abusato, distorto. A volte frainteso. Ma mai come in questo caso, “azzeccato” per indicare quanto sia bella e seducente, l’affascinante Partenope. Ammiratela dagli spalti di Castel Sant’Elmo, l’antica rocca dalla forma di “elmo guerriero” ridisegnata e potenziata da Roberto d’Angiò nel XIII secolo, sulla collina del Vomero: capirete cosa significa innamorarsi di una città. Affacciatevi sulle sue meraviglie di pietra, lì, dalla terrazza del museo di San Martino. Guardatela e trattenete il respiro mentre, dalle balze naturali di Posillipo, si spalancano vedute mozzafiato sulle forme vulcaniche del capo Miseno e dei Campi Flegrei. Lì, su quegli stessi pendii dove Asinio Pollione costruì la sua sfavillante dimora, “riposo di tutti gli affanni”. Assaporatene l’aroma di mare che si sprigiona dai vicoli del suggestivo Borgo Marinari, quell’esile lingua di terra su cui, nel VIII secolo a.C. sbarcarono i primi coloni greci provenienti da Cuma. Megaride, la chiamarono i figli di Ulisse. Il Borgo troneggia a due passi da Castel dell’Ovo, il maniero reso celebre da Virgilio, con quell’uovo nascosto nelle sue fondamenta che mai dovrà rompersi, pena lutti e distruzioni per il popolo partenopeo.[charme-gallery]Godetevela al chiaro di luna, Napoli. Magari mentre passeggiate sui marciapiedi del Lungomare Liberato con lo sguardo fisso sulle “mille luci” accese che si riflettono, con l’energia di un presepe vivente, sul magico mare del Golfo. Ha un nome, quella litoranea, una delle più belle al mondo, realizzata subito dopo l’unità d’Italia su una vecchia colmata. E’ dedicata all’ammiraglio Francesco Caracciolo, eroe della Repubblica Partenopea. E corre fino a Mergellina, con visioni mozzafiato sull’ex capitale del Regno delle Due Sicilie e sui colli che vi fanno ombra. Visioni fantasmagoriche. Sogni fatti realtà. Come la “visione” spettrale del seicentesco palazzo Donn’Anna, l’imponente edificio affacciato sul mare di Posillipo dove ancora, si dice, si aggiri il fantasma della giovane e bellissima Mercedes de las Torres. O il fascino sinistro della Gajola, l’antica “cavea” romana, il mini arcipelago formato da due isolotti e da uno scoglio, lambito dalle onde del mare partenopeo, sotto la cui superficie ancora svettano i resti dell’antica Roma. E dove ancora oggi sorge ciò che resta di una villa che si dice stregata perché ha visto morire anzitempo molti dei suoi proprietari Lasciatevi rapire da Napoli. Lasciatevi prendere dalla virile prorompenza del Maschio Angioino, il castello simbolo della città, voluto dagli Angioini su un’antica fortezza romana, riqualificato e “potenziato” dagli Aragonesi (di cui resta traccia nello straordinario e monumentale arco d’ingresso). E reso celebre dai re di casa Borbone.[charme-gallery]Era qui che la regina Giovanna era solita liberarsi dei suoi amanti, facendoli precipitare in una botola dove finivano in pasto a un coccodrillo. E fu qui, a non molta distanza dalle colonne di piazza del Plebiscito, dove il palazzo reale disegnato dall’architetto Fontana, quasi si “abbraccia” con la chiesa “ex voto” di San Francesco di Paola, che alla fine del XV re Ferdinando d’Aragona stroncò nel sangue la ribellione dei suoi Baroni infedeli. Napoli è amore e bellezza senza fine. Vi prende e non vi lascia più. Come resistere, allora, all’incanto infinito di Marechiaro, piccolo borgo incantato di Posillipo, con la sua splendida spiaggetta, simbolo eterno della dolce vita partenopea, reso immortale dal grande Di Giacomo per le sue famose note della “Fenestrella”? Pensate che basti? Macché! Napoli è altro. Tanto altro ancora. E’ la storia di “Spaccanapoli”, quell’esile stradina che sembra solcata con un dito da un gigante buono nel ventre della città antica, tagliandola in due. E’ la magia di San Gregorio Armeno, cuore della Napoli greco-romana, la stradina dei presepi, con le ricche bancarelle dei maestri dell’arte presepiale. E’ la bomboniera del Centro Storico, riconosciuto patrimonio mondiale dall’Unesco, con i suoi cento e cento monumenti e le opere d’arte custodite nelle numerose chiese edificate in questo spicchio di urbe. Basiliche, parrocchie, monasteri che grondano storia da ogni singolo mattone. Come San Lorenzo Maggiore, dove Boccaccio conobbe la sua Fiammetta. E dove Petrarca soggiornò, in attesa di essere ricevuto dal re di Napoli. A pochi passi dalla porta d’ingresso nelle viscere della città. Nella “Napoli sotterranea”. [charme-gallery]O come Santa Chiara, la cittadella francescana, con il suo celebre chiostro maiolicato e le arche dei re di casa d’Angiò. Come San Domenico Maggiore, con il suo caratteristico obelisco alla cui ombra ancora si aggira lo spettro di Maria d’Avalos. O come il Duomo, dove ogni anno, San Gennaro si fa pregare prima di sciogliere (se il Santo vuole) il suo sangue. Napoli è amore, bellezza, sogno. Incanto senza tempo. Fantasia e realtà. Chiudete gli occhi e lasciatevi sedurre.