All’Institut français, si canta la Storia di Napoli

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I canti della nostra storia

Certo, c’è modo e modo per raccontare il vissuto di una città. Uno dei più originali, prenderà forma, colore e suono, martedì 30 giugno, dalle 19, all’Institut français di Napoli in via Crispi 86, che per l’occasione ospiterà “I canti della nostra storia”.

Un insolito concerto, nato per amore, ad opera di una compagnia spontanea, fatta di medici, avvocati e veterinari, cui si unirà una voce recitante. Con musica e parole si racconterà Napoli: dalla dominazione aragonese all’occupazione americana. Dalle lavandaie del Vomero che reclamano il fazzoletto di terra promesso dal Re e poi negato (Ritornello delle lavandaie del Vomero) al dolore di Isabella di Lorena defraudata del Regno (Lamento di Donna Sabella). E, poi, il Viceregno con le sue rivolte, quella contro i panettieri divenuti gabellieri (In galera li panettieri) e quella di Tommaso Aniello di Amalfi (Madonna del lu Carmene) finita in tragedia (Passacaglia per Masaniello). La rivoluzione del 1799, gli Illuministi di Corte (La serpa Carolina), il sangue, i Lazzari che risalgono dalla Calabria al seguito del Cardinale Ruffo (Il canto della Carmagnola).

E poi il Risorgimento, i moti del ‘48 (Palummella zompa e vola), Garibaldi che si affaccia dal balcone di Palazzo Doria d’Angri: diventiamo italiani (Italiella).

Diventiamo italiani? (‘O Rre). Non così per quelli che resistono, che restano fedeli al Borbone. Non così per i briganti (Canzone del Brigante, Vulesse addiventare nu brigante). E la Storia continua. Emigranti anonimi piangono Sacco e Vanzetti (Lacreme ‘e cundannate). Fino alla Seconda Guerra Mondiale: distruzione e rinascita (Si vide all’animale e Tammurriata nera).

In scena, Mariella La Rosa (voce e chitarra), Antonino Anastasia (percussioni a cornice), Massimo Petti (flauti), Vincenzo Minuto (percussioni), Corrado Velonà (voce e chitarra) e Gennaro Piccirillo (voce recitante).