Scavi di Pompei, torna a brillare la Casa degli Amorini

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Un pezzo di storia antica riconsegnato alla comunità. Riapre i battenti al pubblico la Casa degli Amorini dorati, uno dei reperti più famosi dell’area archeologica degli Scavi di Pompei. A partire da domani, il sito sarà di nuovo visitabile dopo un accurato intervento di restauro. L’edificio, un’abitazione signorile che occupa il lato meridionale dell’insula 16 della regione VI, è uno dei più rinomati di Pompei per gli affreschi ed i mosaici che documentano le varie fasi costruttive della domus. La casa, realizzata intorno alla metà del I secolo a.C dall’unione architettonica di due dimore del III e II secolo a.C., centrata su un grande e singolare peristilio con un lato scenograficamente sopraelevato, deve il nome ad alcuni dischi di vetro con foglia d’oro su cui era incisa la figura di un Amorino. I dischi, che ora sono conservati al Museo Nazionale a Napoli (uno solo degli esemplari è rimasto sul posto), decoravano, in origine, la stanza da letto matrimoniale del proprietario, che i graffiti indicano in Gneo Poppaeus Habitus, esponente della gens Poppea e forse cugino di Poppea Sabina, seconda moglie dell’imperatore Nerone. [charme-gallery]Gli affreschi principali risalgono al cosiddetto Terzo stile pompeiano ed illustrano alcuni episodi della mitologia greca: ci sono Achille tra Patroclo e Briseide, Tetide che visita l’officina del dio Vulcano per cercare le armi destinate ad Achille e la fuga di Giasone e Medea. Danneggiati dal terremoto del 62 d.C., alcuni di essi furono restaurati “in stile”, dato che dimostra l’interesse quasi antiquario del proprietario della domus per la conservazione dei capolavori che evidentemente ornavano la sua dimora. I lavori di restyling della Casa degli Amorini dorati hanno interessato il rifacimento delle coperture; il restauro delle strutture; la pulitura ed il consolidamento delle pitture parietali che presentavano gravi distacchi dal paramento murario e problemi derivanti dall’umidità; il consolidamento delle cornici in stucco di Primo stile conservate in alcuni ambienti; la pulitura e il consolidamento dei pavimenti a mosaico e in cocciopesto. Infine è stato ripristinato anche il giardino al centro del peristilio ed un piccolo giardinetto interno, tenendo in considerazione i dati di scavo e riproponendo la sistemazione a verde realizzata agli inizi del Novecento. I lavori di restauro sono stati eseguiti con fondi della Soprintendenza Speciale ai Beni archeologici di Napoli e Pompei all’interno della programmazione ordinaria delle attività di manutenzione e restauro.