L’olio extravergine che fa bene pure al malocchio

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Colonna portante della dieta mediterranea, l’olio d’oliva affonda le sue radici nella storia della Magna Grecia. Furono i primi colonizzatori dell’Italia meridionale a portare la coltivazione dell’ulivo nella Campania Felix. E fu un successo straordinario, al punto che l’oro verde diventò il prodotto principe degli antichi romani, che lo producevano sia per l’alimentazione che come unguento per la cura del corpo, oltre ad usarlo per riti propiziatori e religiosi. Oggi la Campania può, a ben diritto, essere considerata il regno dell’olio d’oliva, con più qualità di extravergine che si fregiano dell’indicazione dop. In alcune zone, in particolare nel Cilento e nella Costiera sorrentina, esistono piante autoctone che hanno dato vita a specie locali, uniche al mondo. Un vero tesoro regionale che si contraddistingue per caratteristiche ben precise. Innanzitutto il colore, che assume toni che dal verde sfumano nel giallo paglierino. E poi il profumo, sempre un po’ fruttato. Unico è anche il sapore, che al palato lascia una sensazione di amaro, più o meno piccante a seconda della zona di produzione. Storia, tradizione e genuinità fanno dell’oro verde qualcosa che va ben al di là del semplice prodotto da commerciare. La lavorazione delle olive avviene attraverso una fitta rete di frantoi (circa 700, di cui oltre 400 nella sola provincia di Salerno), la cui gestione è tramandata di padre in figlio.[charme-gallery] E far “nascere” un extravergine è quasi una “religione”, un rito che si compie esclusivamente attraverso un procedimento meccanico che non modifica in alcun modo le caratteristiche dell’oliva. Tra i “dop” della Campania vanno segnalati quello del Cilento, delle Colline Salernitane, della Penisola Sorrentina e quello del Sannio. Ma molte altre qualità di cui è ricca la Campania sono in attesa di vedersi assegnare l’ambito riconoscimento. Ma la tradizione e la cultura scorrono insieme anche all’esoterismo in quello che è considerato il vero sovrano della dieta mediterranea. Se da tempo è appurato che l’olio extravergine d’oliva fa miracoli in tavola, in pochi sanno che c’è anche chi lo usa per rituali propiziatori contro il malocchio. Un’antica cerimonia, fin dalla notte dei tempi, viene effettuata durante le festività di Natale per “salvare” gli uomini colpiti da fatture maligne. Alla maga basta versare un po’ d’olio, ovviamente extravergine, in un piatto sistemato davanti al  presunto “posseduto”, e a seconda di come si distribuisce è in grado di capire se l’uomo sia vittima o meno del malocchio. Il rito può essere eseguito solo tre volte e la maga chiamata a leggere nell’olio non può per alcun motivo chiedere soldi in cambio.