Costiera Amalfitana, scorci di paradiso con onde

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Uno scorcio, un’antica torre. I resti di una chiesa. O una spiaggia, una delle tante. Dalle più famose alle meno conosciute. Di quelle che ogni anno attirano decine di migliaia di turisti lungo le rotte un tempo battute dai nocchieri della Repubblica di Amalfi. Spiragli di natura viva. Spicchi di Eden in terra. Scenari mozzafiato che si spalancano a pochi passi dalle onde.

Benvenuti in Paradiso. Benvenuti in Costiera Amalfitana, dove strisce di sabbia e pavimenti di ciottoli formano linee di confine e, allo stesso tempo, elementi di unione tra la dimensione orizzontale delle onde e la verticalità delle scogliere di una costa, non a torto, considerata tra le più belle al mondo da chi visita e conosce Napoli e la Campania.

Spiagge che hanno una loro identità. E il cui suolo è testimone di una storia millenaria. A questi lembi di litorale, a queste pietre eternamente bagnate dalle acque del Tirreno è dedicato “Le 100 Spiagge della Costiera Amalfitana”, primo titolo della collana “Cart&guide” di Officine Zephiro, scritto da Roberto Pellecchia.

Cento spiagge. Come le bellezze che risplendono sul bagnasciuga più gettonato della Campania Felix. Descriverle tutte sarebbe un’impresa. Da Vietri sul Mare a Cetara, da Amalfi a Erchie, passando per Positano e il Fiordo di Crapolla, fino a raggiungere il parco marino protetto di Punta Campanella, le baie della Costiera sono così belle e preziose che, da sole, prese una per una, meriterebbero un dipinto degno del miglior Michelangelo.[charme-gallery]

Scegliamone alcune, allora. Magari le più rappresentative: quelle che, più di tutte, simboleggiano l’opera artistica di madre natura. E l’epopea plurisecolare di un territorio teatro, nel corso degli anni, di scorrerie barbaresche e mitici approdi, scontri guerrieri e tremendi maremoti. Parlando di storia, parlando di vicende del passato come non iniziare da Vietri sul Mare e dalla mitica spiaggia della Crestarella?

Si tratta di un’ampia distesa di sabbia caratterizzata, da un lato, dalla splendida veduta dei faraglioni di Vietri, i “due Fratelli”, celebre sky line della città delle ceramiche, e dall’altro, dall’imponente presenza di una vecchia torre di guardia che troneggia sulla striscia di terra sottostante. Torre Crestarella, detta anche Torre Fiatamone, è ciò che resta dell’antica cinta difensiva voluta, nel XVI secolo dal vicerè di Napoli don Petro de Toledo per difendere le coste campane dalle scorrerie dei pirati ottomani.

Nello stesso territorio comunale, a un tiro di schioppo dai faraglioni vietresi, si spalanca anche la caletta della Lucertola, piccola spiaggia “disegnata” dai marosi dell’alluvione che nel 1954 flagellò i litorali della Costiera. Ampia poco più di una trentina di metri,la Lucertola è raggiungibile attraverso via Colombo, dall’hotel omonimo, imboccando una lunga scalinata in cemento scavata sui fianchi della ripida scogliera. Oppure guadando un po’ nell’acqua bassa, dalla vicina spiaggia dei “due Fratelli”.

Da Vietri al borgo di Erchie, che affonda le radici nei secoli della dominazione greco-romana, il passo è breve e merita di essere compiuto fino in fondo. E’ qui, infatti, che bagnanti e visitatori possono imbattersi in un panorama da mille e una notte come quello offerto dalla Marina di Erchie, una delle più conosciute e frequentate lungo il tratto di costa compreso tra Cetara e Amalfi. La cornice è altamente suggestiva visto che la piccola baia è compresa tra due promontori su cui svettano, una per lato, due torri di guardia cinquecentesche: Torre Cerniola a sinistra e la Torre di Tummolo sulla punta che chiude il versante destro dell’insenatura.

A Cetara, invece, c’è la celebre caletta di Collata, generalmente punteggiata di barche e natanti, ad attirare l’attenzione dei bagnanti, con la sua elegante spiaggetta accessibile solo via mare, affastellata nell’angolo opposto della baia.[charme-gallery]

Maiori, a sua volta teatro di scenari altamente suggestivi, non dista molto da Cetara. E’ qui che brilla la spiaggia del Ciglio che deriva il suo nome dalla presenza di un antico casale che, nei secoli scorsi, si trovava a mezza costa, proprio in corrispondenza dell’attuale linea di costa.

La minuscola baia, quasi un’insenatura addossata a una parete rocciosa, è costellata di folti limoneti che, dall’alto, gettano ombra sul bagnasciuga come a voler rappresentare, in un fantasmagorico gioco di colori, la stretta vicinanza che esiste tra le due più grandi ricchezze di questa terra: gli agrumeti e il mare.

Da Maiori fare tappa ad Amalfi, culla della prima e più antica Repubblicha Marinara d’Italia, è quasi obbligatorio. La storia, a queste latitudini, è di casa. Basti pensare alle tavole di Amalfi, il primo statuto marittimo (XI secolo), nate proprio nella città delle cartiere. Oppure allo straordinario Duomo che ospita le spoglie dell’Apostolo Andrea.

Amalfi è storia, fascino e tradizione. Un mix esplosivo che riecheggia, intatto, nella spiaggia della Santa Croce, raggiungibile direttamente dalla sovrastante Statale, attraverso una ripida discesa di 364 scalini. La baia deve il suo nome a una grotta al cui interno si notano ancora i resti di una cappella medievale dedicata, appunto, alla Santa Croce. Sia la grotta che la spiaggia furono utilizzati per secoli come luoghi di approdo commerciale dai mercanti della Repubblica. In effetti, le spiagge della Santa Croce sono due, separate da un piccolo promontorio di roccia, ma di fatto unite da un ampio tunnel che le mette in comunicazione.

Come Amalfi, anche Positano riluce di storia e tradizioni. E’ qui che Flavio Gioia inventò la bussola, e chela Madonnachiese di essere “posata” dai marinai che la stavano trasportando in un viaggio a cavallo delle onde. Ed è sempre qui che si “stende” la celebre spiaggia del Fornillo, che deve il suo nome a un’antica torre di guardia, oggi conosciuta pure come torre di Clavel, dal nome del drammaturgo svizzero che la comprò e restaurò alla fine del secolo scorso.[charme-gallery]

La spiaggia, lunga 35 metri, è delimitata da due formazioni rocciose che si protendono, come due bracci, nello splendido mare cristallino. Il suo “pavimento” è formato da un fondo uniforme di migliaia e migliaia di ciottoli che si dipanano fin dentro l’acqua.

Positano non dista molto da Conca dei Marini, un altro dei luoghi incantati della Costiera, autentica perla dell’Amalfitana. Un capolavoro della natura sospeso tra mare e terra. Un presepe che risplende delle decine e decine di case della sovrastante Marina di Conca che, lungo i pendii della costiera, planano verso il basso, l’una accostata all’altra, fin quasi a lambire il mare della sottostante spiaggetta La Vite, posta al di là del promontorio di Vettica Minore.

Infine uno sguardo alla baia di Jeranto: una profonda insenatura che si spalanca immediatamente alle spalle di Punta Campanella. Il suo specchio d’acqua fa parte dell’area marina protetta, ma anche in superficie è sottoposta a vincoli paesaggistici per l’integrità dell’ecosistema. E’ qui, sulle sponde di questo angolo di paradiso che si affaccia il borgo di pescatori di Marina del Cantone e l’abitato di Nerano, frazione di Massa Lubrense.

Nella roccia che delimita la baia, sul versante destro della conca, spiccano i resti di un’antica villa romana del II secolo mentre, poco più in alto, ciò che resta dello stabilimento di una vecchia cava, è stato inserito, da qualche anno, in un percorso di archeologia industriale.

(tratto dall’edizione Estate 2013 della rivista Charme, tutto il bello di Napoli e della Campania)