Palazzi maestosi, imponenti. Dalle particolarissime facciate con archi, colonne, aquile imperiali. Architetture neoclassiche che richiamavano la grandezza dell’Impero romano a cui si ispirava l’ideologia fascista nell’ottica della propaganda e della celebrazione del mito del Duce. Nacquero così in pieno Ventennio fascista il Palazzo delle Poste, quelli della Provincia, della Finanza, della Questura, il meno noto Palazzo Fernandez, conosciuto anche come “palazzo della Standa” (si trova in via Diaz ad angolo con via Toledo). Ancora: l’Istituto Mutilati e Invalidi civili in piazza Matteotti, il palazzo dell’Ina (in piazza Carità), il palazzo del Banco di Napoli in via Toledo, la Banca Nazionale del Lavoro in via Diaz, la Stazione Marittima, la Mostra d’Oltremare con le sue reliquie custodite in un antico sacrario del regime. Sedi istituzionali che domenica 22 febbraio, a partire dalle ore 10.30, si dischiuderanno al pubblico grazie a “L’Oltremare del Ventennio, il razionalismo dei quartieri San Giuseppe e Carità“, originale percorso guidato organizzato dall’associazione “Mani e Vulcani“. I Narratori dell’Arte accompagneranno il pubblico attraverso i luoghi simbolo della Napoli fascista, dove le trasformazioni avvenute durante il periodo mussoliniano furono in prevalenza interventi realizzati nelle zone centrali e intermedie, come lo sventramento del rione San Giuseppe-Carità (da quest’ultimo verrà il nome di quella che oggi è l’omonima piazza) per realizzarvi la parte pubblica della città, il potenziamento dell’area portuale con la realizzazione dello scalo portuale del Molo Angioino e la realizzazione della monumentale Mostra d’Oltremare, una delle principali sedi fieristiche del Paese e, assieme alla Fiera del Levante a Bari, la maggiore del Sud Italia.
L’Oltremare del Ventennio, il razionalismo dei quartieri San Giuseppe e Carità
Domenica 22 febbraio ore 10.30
appuntamento esterno Palazzo della Borsa, Napoli
Info e prenotazione obbligatoria: +39.081.5643978 – 340.4230980