(Italiano) Le sette chiese da visitare per lo struscio in via Toledo

Breve guida allo struscio, la tradizionale passeggiata napoletana per i Sepolcri. Ecco i consigli di Charme delle chiese da visitare, "strusciando" per via Toledo come ai tempi del Vicereame Spagnolo

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struscio a via toledo napoli dipinto Gaetano Gigante
Lo struscio napoletano nel dipinto Via Toledo dallo Spirito Santo (Gaetano Gigante, 1837)

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Lo Struscio, passeggiata napoletana pasquale da fare con i amici e parenti, recuperando una delle più antiche tradizioni locali. Pare che la sua nascita risalga al periodo del Vicereame Spagnolo, quando, per questioni di ordine pubblico, fu vietata nella Settimana Santa la circolazione di carri, carrozze e animali lungo il tratto di Via Toledo. Questa disposizione metteva in difficoltà coloro che desideravano seguire uno tra i riti pasquali più sentiti e praticati: la tradizione dei Sepolcri, obbligando i fedeli a percorre a piedi il percorso di visita alle chiese. Da qui, il termine “struscio” indica lo scalpiccio di piedi che “strusciano” senza fretta e richiama il suono onomatopeico degli abiti da festa, inevitabilmente lunghi, che spazzano il marciapiede lungo il percorso. Ecco quindi spiegata anche l’accezione moderna: fare struscio è diventato sinonimo di farsi belli, agghindarsi, per andare in giro per le strade, senza fretta e senza meta (quello che i francesi chiamano “flaner”) prendendosi il tempo di guardarsi intorno e di farsi guardare e, perché no, piluccando anche prelibatezze gastronomiche. Una sfogliatella qui, un gelato lì.

Ma cosa sono i Sepolcri che hanno dato origine alla tradizione dello Struscio? Questo è il termine con il quale la pietà popolare continua a chiamare la visita agli altari sacri prevista per il Giovedì Santo, associandoli impropriamente alla sepoltura di Gesù. Il termine liturgico corretto, invece, è “Altari della Reposizione“. Sono altari speciali, allestiti nelle chiese per preservare la Santissima Eucaristia che sarà consumata dai fedeli il Venerdì Santo, giorno in cui la Chiesa, per antichissima tradizione, non celebra Messa.

Non viene indicato un preciso percorso per i Sepolcri: le chiese da visitare vengono scelte da ciascun fedele in maniera autonoma e anche il numero può variare, anche se tradizionalmente i Sepolcri dovrebbero essere in numero dispari, tre, cinque o sette, numeri che dovrebbero richiamare la SS. Trinità (3), le Piaghe di Gesù (5) e i Dolori di Maria (7).

A Napoli, l’itinerario usuale si svolge a partire da piazza Dante lungo tutta via Toledo per giungere a Piazza Plebiscito. A partire dall’Ottocento la Basilica di San Francesco di Paola è diventata la naturale conclusione del percorso, unico elemento fermo di una tradizione mutevole e personalizzabile. Di seguito il percorso suggerito da “Charme”, ancorché bizzarro e fuori dalle righe, che vuole però essere solo stimolo perché ciascuno possa costruirsi i suoi Sepolcri personali.

Piazza Dante. Cominciamo dalla Chiesa di San Domenico Soriano, splendida chiesa barocca decorata da Cosimo Fanzago. Cercate la Cappella della Famiglia Rinuccini (prima sulla sinistra) con statue di Giuseppe Sammartino (quello del Cristo Velato, per intenderci).

Piazza Sette SettembreBasilica dello Spirito Santo. Qui la nostra tappa è un Sepolcro dell’arte. In allestimento nella chiesa, attualmente sconsacrata.  la mostra sull’Esercito di Terracotta” dalla Cina. Una mostra da non perdere che chiude l’8 aprile.

Via Toledo. Chiesa di San Nicola alla Carità. La chiesa è adornata da affreschi e dipinti dei principali pittori del Sei-Settecento campano: Solimena, De Mura, De Matteis. A Natale espone un grande presepe.

Piazza Carità. Chiesa di Santa Maria della Carità, dove sono stati battezzati alcuni dei principali artisti napoletani da Domenico Scarlatti, a Pacecco de Rosa, a Agostino Beltrani.

Piazza Trieste e Trento. Chiesa di San Ferdinando, con gli splendidi interventi marmorei di Domenico Antonio Vaccaro, tra cui spicca l’altare maggiore.

Buono struscio, buon casatiello e Buona Pasqua.