All’Elicantropo, “Scannasurice” di Enzo Moscato

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scannasurice

“Chi so’? Stong ‘arinto? Stong ‘afora? Nun moro, no… ma neppure campo comm’ apprimme: ‘a vista, ‘e mmane, ‘e rrecchie… tutte cose se n’è ghiute… e pure ‘a voce… ancora ‘nu poco… e poi… sommergerà, affonderà pur’essa”.

Continua, fino al 22 febbraio, al teatro Elicantropo di Napoli (vico Gerolomini 3), dove viene presentata in anteprima nazionale, la messinscena di “Scannasurice” del drammaturgo partenopeo Enzo Moscato, che vede protagonista assoluta Imma Villa diretta da Carlo Cerciello. Una sorta di discesa agli “inferi”, post terremoto, di un personaggio dall’identità androgina nell’ipogeo napoletano, dove abita, all’interno di un tugurio, tra gli elementi più arcani della napoletanità, in compagnia dei topi, metafora dei napoletani stessi e dei fantasmi delle leggende metropolitane partenopee. Dalla Bella ‘mbriana al Munaciello, tra spazzatura e oggetti simbolo della sua condizione, alla ricerca di un’identità smarrita tra le macerie della storia e della sua quotidianità terremotata. Una profonda poesia teatrale di Moscato, che vede i deliri e i furori del protagonista, recluso nel suo scannatoio a dialogare con gli ultimi esseri “viventi”. La scena, porta la firma di Roberto Crea, il suono di Hubert Westkemper e le musiche originali di Paolo Coletta. I costumi sono di Daniela Ciancio e il disegno luci di Cesare Accetta.